Fermo, falsifica la firma del cugino morto su due testamenti e (con la moglie) incassa un'eredità da quasi due milioni

Fermo, falsifica la firma del cugino morto su due testamenti e (con la moglie) incassa un'eredità da quasi due milioni
Fermo, falsifica la firma del cugino morto su due testamenti e (con la moglie) incassa un'eredità da quasi due milioni
di Lolita Falconi
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 18:25

FERMO - Imita la firma del cugino defunto per due testamenti intascando un’eredità da 1,8 milioni di euro. L’amministratore di sostegno, così divenuto erede universale del parente gravemente malato, finisce nei guai. L’uomo è stato denunciato dai finanzieri del comando provinciale di Fermo, al termine di una complessa indagine delegata dalla Procura della Repubblica. 

Le investigazioni

Le indagini, sotto il coordinamento dell’autorità giudiziaria, sono iniziate dopo la denuncia presentata da un erede legittimo del defunto e hanno consentito di evidenziare, secondo la ricostruzione effettuata dei finanzieri del comando di Fermo, anche attraverso approfondimenti e perizie grafologiche-calligrafiche, la falsità dei testamenti pubblicati a seguito della morte dell’assistito.

In particolare, a distanza di circa un mese dal decesso dell’uomo, sottoposto ad amministrazione di sostegno a causa del suo stato vegetativo e dell’incapacità di intendere e di volere, erano stati pubblicati due testamenti a cura dell’amministratore di sostegno nonché cugino del defunto. 

La nomina

Dalla lettura degli stessi atti risultava che l’assistito aveva nominato, con il primo testamento, il suo stesso amministratore di sostegno in qualità di erede universale e con il secondo testamento la moglie dell’amministratore, in qualità di beneficiario di una polizza vita, in sostituzione dei beneficiari precedentemente indicati in polizza. All’interno del primo testamento, era stato espressamente indicato che la designazione ad erede universale dell’amministratore di sostegno era motivata dalla vicinanza e l’assistenza che lo stesso aveva garantito al de cuius negli ultimi anni della sua esistenza. 

La consulenza

Mediante una consulenza grafologica-calligrafica disposta dall’autorità giudiziaria su richiesta delle Fiamme Gialle, è stata appurata la falsità dei testamenti, che sarebbero stati redatti dallo stesso amministratore di sostegno di proprio pugno, simulandone la redazione da parte del cugino ormai defunto. Le sottoscrizioni apposte sui due documenti olografi, perfettamente sovrapponibili, secondo quanto emerso dalla perizia, potrebbero essere state riprodotte dallo stesso amministratore, per imitazione, usando a modello la firma in calce alla carta d’identità del defunto. Una volta acquisito il patrimonio di 1,8 milioni di euro l’erede illegittimo e la sua famiglia hanno portato avanti una serie di operazioni finanziarie diversificate, investendo in titoli una parte della somma: le capillari indagini esperite dai finanzieri del Gruppo di Fermo, anche mediante accertamenti bancari, hanno consentito di identificare tutti i flussi di denaro. 

Il sequestro

Il denaro presente sui conti e i valori mobiliari acquistati sono stati sottoposti a sequestro. L’amministratore di sostegno è stato dunque denunciato per falsità in testamento olografo, cambiale o titoli di credito, falsità materiale commessa dal privato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver falsificato un atto pubblico, avente rilevanza giuridica. La costante attività di servizio svolta dalla Guardia di Finanza è espressione della specifica attenzione del Corpo volta alla tutela degli atti privati e alla repressione di condotte fraudolente.

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