FOSSOMBRONE L’altra notte il servizio emergenza urgenza è rimasto sguarnito lungo la valle del Metauro. L’unica ambulanza medicalizzata in servizio a Fano è dovuta intervenire a Monteguiduccio di Montefelcino per un codice rosso. Il 118 dell'ospedale di comunità di Fossombrone era senza medico. Il secondo professionista in servizio si è dimesso dal primo marzo. Nell'incidente del 27 dicembre nella galleria di Cà Gulino alle porte di Urbino, uno dei quattro morti, a seguito del tragico schianto dell'ambulanza contro un pullman turistico, è stato il dottor Sokol, il terzo professionista in carico alla postazione territoriale di soccorso.
Chiesta seduta monotematica
La situazione che si è creata a Fossombrone comporta serie conseguenze su tutto il territorio.
«Il nosocomio sta affrontando serie criticità, seppur consapevoli del recente incontro con gli assessori regionali Saltamartini e Baldelli - scrive - bisogna affrontare e discutere sulla reiterata assenza del medico dell’unità 118 della Potes nella prima settimana di marzo, successiva alle recenti dimissioni del dottor Picchi e al grave e triste evento luttuoso di dicembre che ha coinvolto l’equipaggio 1408 e che ha colpito così profondamente la nostra città». Come se non bastasse anche nella postazione dell'ospedale di Urbino i giorni scorsi si sono determinate carenze al punto che è dovuto intervenire per coprire il servizio uno dei responsabili della centrale operativa del 118 di Pesaro. Restano in piena funzione le ambulanze beta con un infermiere soccorritore a bordo. Si tratta di professionisti all'altezza della situazione. Nei casi di maggiore urgenza serve l’intervento del medico.
La proposta di Ruggeri
Marta Ruggeri capogruppo in Regione del M5S evidenzia in una nota l’opportunità di attivare un’auto medica. Senza dubbio utile alla sola condizione che sia potenziato l’organico dei medici. Anni fa si profilò a Fossombrone la possibilità di attivarne una in grado di intervenire in seconda battuta dopo l'ambulanza beta consentendo al medico di arrivare sul posto dove il paziente da trasferire versa in gravi condizioni. Allora però l’organico della Potes era in grado di far fronte ad un’eventuale emergenza di quel genere. Oggi no.