Marchetelling, Catà racconta: una nuova esperienza del performer teatrale insieme alla Fondazione Marche Cultura

Cesare Catà
Cesare Catà
di Chiara Morini
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Sabato 4 Maggio 2024, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 11:46

Raccontare le Marche attraverso le tradizioni e il folklore, i miti e le leggende, paesaggi compresi, un po’ nascosti, ma di cui la regione è particolarmente ricca. É quello che faranno insieme la Fondazione Marche Cultura e Cesare Catà nelle prossime 11 settimane: la nuova rubrica si chiama “Marchetelling”, si compone di un video a settimana della durata tra quattro e cinque minuti, diffuso su YouTube ed è partita ieri con “I Mazzamurelli: i folletti marchigiani”.

L’idea

Da sempre appassionato a questi temi e dedito alla loro trattazione, Catà, filosofo e performer teatrale, autore di saggi di filosofia si è confrontato con la fondazione Marche Cultura ed è venuto fuori questo lavoro. «L’idea di trattare qui queste tematiche – spiega Catà – l’ho presa direttamente dall’Irlanda, dove ho visto fare cose analoghe, come faceva Yates con l’Irlanda».

In Irlanda narrazioni come queste avvengono nei pub, e in un pub Catà ha girato queste immagini. Un’esperienza nuova per il performer sangiorgese, che non è avvezzo a questi mezzi di divulgazione. Mancanza di tempo? «Più che tempo – aggiunge – si è trattato di un’esperienza nuova, l’online non mi è proprio congeniale, io solitamente faccio spettacoli e interventi dal vivo, con il pubblico. Ma vedremo come va. Il sogno è di fare, di tutto questo, un documentario, ma non c’è nulla di concreto». Di certo, invece, c’è ciò di cui tratteranno gli undici video che di volta in volta saranno messi online, con frequenza settimanale, in uscita ogni venerdì. «Ho scritto queste storie – spiega – per far conoscere leggende e miti della nostra terra marchigiana». Fatti oscuri, luoghi particolari, personaggi, tutto quanto legato alla regione Marche, per far conoscere antiche storie, sempre presenti, ma spesso anche poco conosciute. «Miti – aggiunge Catà – come le fate dai piedi di capra (le fate “Caprine”), le sirene del Monte Conero, la storia di Antonio e Laurina a Torre di Palme o Gabriele D’Annunzio che fu per un po’ a Porto San Giorgio. Tra le varie cose trattate ci saranno anche queste».

I folletti

Partendo, ovviamente, da “I Mazzamurelli: i folletti marchigiani”, il tema affrontato nel primo episodio pubblicato ieri sul canale YouTube della fondazione Marche Cultura. «La cultura marchigiana – commenta Catà – storicamente è stata a lungo restia nel raccontare le proprie ricchezze e i propri beni artistici, paesaggistici, umani e architettonici. Forse riflesso dello spirito schivo e guardingo di questo popolo che ha sempre preferito vivere discosto dal mondo. Da un lato quest’attitudine ha forse preservato, nelle Marche, un’autenticità antropologica e civile perdutasi altrove. Dall’altro lato, però, questo “deficit di storytelling”, tratto tipico dei marchigiani, ha anche celato all’esterno la bellezza di questo luogo». Proprio di questo si tratta il nuovo progetto della fondazione Marche Cultura, di uno storytelling richiamato espressamente nel titolo del progetto “Marchetelling”, che si propone anche di offrire al pubblico una pausa dalla realtà quotidiana aprendo spunti da alcune vicende dense di mistero. «In attesa – chiude Catà – di tornare live, già da giugno, a raccontare le storie in giro per le Marche».

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