ANCONA Tutte le strade portano a Roma ma soltanto se non sei marchigiano. Per l’amara terra nostra, i circa 300 chilometri che la separano dalla Capitale sono un autentico calvario. Ma presto lo saranno ancora di più: dal 4 maggio al 7 giugno, infatti, una serie di lavori sulla linea ferroviaria Orte-Falconara (in particolare tra Foligno e Roma Termini) porterà ad una sforbiciata di fermate ed orari di arrivo/partenza. E con una continuità territoriale che rende l’aereo un vezzo più che uno strumento, di opzioni per chi deve spostarsi frequentemente verso Roma ne rimangono ben poche.
Pendolari nel caos
Lavoratori e imprenditori che scelgono il treno per spostarsi verso Roma ed ora dovranno fare affidamento per lunghi tratti su bus sostitutivi con meno posti e tempi di percorrenza maggiori a causa del traffico. «Ad oggi trovare un’alternativa alla macchina pare difficile - commenta amaro Giorgio Andreani, segretario Uil Marche - Soprattutto se hai necessità di andare e tornare in giornata».
Vediamo gli esempi pratici.
Tornando al treno, ecco il paradosso: «Fare Ancona-Bologna e Bologna-Roma comporta un aumento di soli 15-20 minuti» denuncia Andreani. E allora «chi me lo fa fare di prendere il treno?», si domanda. Non che l’automobile sia esente da problematiche, con alcuni tratti della Statale 77 che sono un percorso ad ostacoli tra i cantieri Anas. Ma «l’auto è l’unica possibilità che hai per spostarti dalle Marche» sottolinea Giuseppe Santarelli, segretario generale di Cgil Marche.
Geografia a ostacoli
Specie se si arriva dal sud della regione. «Io sono di Fermo e spesso vado a Roma. Come faccio a prendere il Frecciarossa se non ci sono coincidenze che si incrociano con i treni principali?», il suo quesito. La drammaticità della situazione l’hanno provata sulla loro pelle anche i colleghi di Santarelli. «Quando vengono nelle Marche, il Frecciarossa arriva ad Ancona alle 10,50. In un mondo normale, a quell’ora le riunioni sono già cominciate» dice. Questo partendo alle 5,30.
«Se l’offerta commerciale è questa e gli orari che consente l’infrastruttura sono questi, che alternative ho all’auto?» torna a chiedere Andreani. Parlando di offerta commerciale, poi, ricorda come le Marche e l’Umbria siano complessivamente «2 milioni di abitanti, una parte di Roma». Ecco perché «non c’è interesse da parte di Trenitalia ad un’offerta differente». Al netto di un’infrastruttura ferroviaria tutt’altro che efficiente e dove i ritardi sono all'ordine del giorno. «Estremizzando, per noi il raddoppio della Orte-Falconara è più importante del Ponte sullo Stretto di Messina» scherza. «Non si intravedono politiche concrete per far uscire le Marche dal loro isolamento. Una situazione che fa perdere competitività al nostro territorio, ecco perché questa dovrebbe essere una battaglia di tutti per chiedere attenzione al governo centrale» attacca Santarelli. Il treno dei desideri che all'incontrario va.