Tanti alimenti Cenerentola della dieta mediterranea: noci, semi e vino rosso (sottostimati) sono da riscoprire

Studio della Università Politecnica

La dieta mediterranea da riscoprire nella sua pienezza
La dieta mediterranea da riscoprire nella sua pienezza
di Agnese Testadiferro
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Martedì 21 Maggio 2024, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 15:37

La dieta mediterranea ha alimenti Cenerentola da valorizzare. Non ci sono infatti solo olio extravergine di oliva, legumi, frutta e verdura di stagione. La dieta mediterranea è fatta di molti altri alimenti troppo spesso trascurati, quasi dimenticati, ma che sono centrali nel regime alimentare più salutare per eccellenza. 

Il 5 del benessere

Uova, latticini, noci, semi, spezie e anche vino rosso sono componenti definiti vitali della dieta mediterranea e che sarebbero invece sottovalutati secondo una review pubblicata sul Journal of Translational Medicine, condotta da un gruppo di università dei paesi del Mediterraneo composto dall'Università di Catania e di Parma, dalla Politecnica delle Marche, dall’Irccs Neuromed di Pozzilli e dall'Universidad Europea del Atlántico in Spagna. A puntare i riflettori sugli alimenti Cenerentola della dieta mediterranea sono stati i numerosi protagonisti tra medici, artisti, sportivi, associazioni e istituzioni, che hanno preso parte alla seconda edizione del Festival dei Cinque Colori, che si è tenuto dal 15 al 19 maggio a Napoli. «Cinque sono i colori del benessere: rosso, verde, viola, bianco e arancione, legati agli alimenti che non possono mancare in un'alimentazione equilibrata e le cui sfumature coprono l'intera gamma delle componenti della dieta mediterranea – commenta Maria Teresa Carpino, presidente Associazione Pancrazio e ideatrice del Festival dei Cinque Colori - Sentiamo quindi forte l'esigenza di promuovere stili di vita sani in generale, che prevedono una regolare attività fisica e anche un costante nutrimento culturale, fatto di cinema, letteratura, arte, musica».

I benefici

La dieta mediterranea, riconosciuta Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2020, necessita la promozione di una piena e corretta conoscenza. «Sono moltissimi gli studi che ne hanno evidenziato l’efficacia protettiva contro malattie come il diabete, l’obesità, le patologie cardiovascolari e persino il cancro - ricorda Giuseppe Morino, pediatra, dietologo dell’ospedale Bambino Gesù e direttore scientifico del Festival dei Cinque Colori - Tuttavia, un’ampia varietà di alimenti è rimasta inesplorata durante lo studio dell’aderenza a questa dieta. Gli studi che decifrano l’impatto sulla salute di una dieta mediterranea infatti si sono concentrati principalmente sul consumo di frutta e verdura, olio d’oliva e cereali. I fattori dietetici rimasti inesplorati includono il consumo di cereali integrali, legumi, noci, semi, erbe e spezie, uova e latticini e vino rosso. Altri fattori inesplorati che possono avere un impatto significativo sull’aderenza alla dieta includono i metodi di cottura, di produzione, di lavorazione e di conservazione degli alimenti».

La frutta secca

Alcuni tipi di frutta secca, come mandorle, noci e pistacchi, nonché semi, come semi di lino, semi di zucca e di girasole, fanno parte della dieta tipica delle regioni mediterranee da migliaia di anni. L’analisi nutrizionale di questi alimenti ricchi di energia indica la presenza di acidi grassi essenziali, sostanze fitochimiche con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e fitosteroli con proprietà ipocolesterolemizzanti. Il consumo di erbe e spezie è documentato da tempo nelle regioni mediterranee. Oltre a migliorare il gusto degli alimenti, le evidenze scientifiche indicano che erbe e spezie possono ridurre il rischio di malattie non trasmissibili. Sono ricchi di sostanze fitochimiche con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali, ipolipemizzanti e ipotensive. Possono migliorare la digestione ed esercitare effetti neuroprotettivi. Sul fronte vino rosso c’è da dire che il consumo moderato è parte integrante della dieta mediterranea tradizionale. Molti studi osservazionali indicano chiaramente che un consumo moderato di alcol può ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause. C’è però da sottolineare che il suo impatto sul rischio di cancro al seno, al fegato e al colon rimane poco chiaro.

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