Coltellate e lacrime, il marito Davide: «Patrizia è la mia vita, come sta?». Dalle liti senza fine al tentato omicidio a Sassoferrato

La donna è ancora ricoverata in Rianimazione all’ospedale di Torrette. È in prognosi riservata, in «difficili condizioni cliniche»

Le liti senza fine, poi le coltellate a Sassoferrato: «Patrizia è la mia vita, come sta?»
Le liti senza fine, poi le coltellate a Sassoferrato: «Patrizia è la mia vita, come sta?»
di Nicoletta Pacciarotti e Federica Serfilippi
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 10:48

SASSOFERRATO Dall’aggressione con il coltello alle lacrime in carcere. «Patrizia è la mia vita, come sta?». Dalla cella dove è recluso da lunedì pomeriggio, Davide Sebastianelli chiede continuamente notizie sulle condizioni di salute della moglie, Patrizia Ceccolini, ancora ricoverata in Rianimazione all’ospedale di Torrette. È in prognosi riservata, in «difficili condizioni cliniche» stando al bollettino dell’azienda ospedaliera, dopo essere stata operata d’urgenza per ridurre l’emorragia interna provocata dalle coltellate inferte al fianco e alla schiena. Tre-quattro quelle che, secondo i primi riscontri della procura, avrebbe subito per mano del marito, operaio metalmeccanico con il quale la donna non viveva più insieme ormai da tempo.


L’udienza

Oggi, alle 15, è prevista in carcere l’udienza di convalida dell’arresto del 55enne.

L’accusa: tentato omicidio aggravato. Difeso dall’avvocato Marina Quadrini, potrà fornire una propria versione dei fatti oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Stando a quanto ricostruito finora dai carabinieri di Fabriano, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Investigativo da Ancona, è in auto che si sarebbe materializzata la violenza, preceduta da un litigio. L’ennesimo. 

La sequenza

Lui, che non si sarebbe mai rassegnato all’idea di far terminare il matrimonio, l’avrebbe aspettata sotto casa, in via Bramante, dove la 50enne viveva con la figlia 19enne, non presente al momento dell’aggressione. Con la scusa di parlare e avere un chiarimento sulla loro relazione, l’avrebbe fatta salire in auto. E poi le coltellate, seguite dalle urla disperate della donna. Una violenza interrotta grazie all’intervento di un vicino, che ha bloccato Sebastianelli sul cofano fino all’arrivo dei carabinieri. È corso a salvare la donna perché già in precedenza aveva sentito litigare la coppia, ma lunedì lo scenario è stato ben diverso. Averlo capito, gli ha consentito di intervenire tempestivamente in difesa della 50enne e tirarla fuori dall’auto. A causa di litigi e attriti sempre più frequenti, pare che già in precedenza i carabinieri fossero arrivati in via Bramante. Più volte, la donna si sarebbe rivolta alle forze dell’ordine, senza tuttavia mai completare l’iter per una denuncia. 

Il racconto

«A terra era un lago di sangue» racconta un residente che ha assistito parzialmente al dramma. «Lui l’ha attesa sotto casa, in auto. Sapeva bene dove aspettarla, in quella zona i posteggi auto sono limitati e i condomini parcheggiano sempre negli stessi stalli. Lui sostava proprio vicino a quello di lei» dice ancora. «È capitato a volte di sentirli litigare. Comunque lui da qualche tempo non abitava più nel quartiere». Si erano trasferito altrove, dopo che la relazione con la moglie si era allentata. L’auto dove è avvenuta l’aggressione, una Renault Clio, è finita sotto sequestro. 

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