JESI Un inverno mite ma che si trascinerà a lungo, con gelate persino a fine aprile mentre la neve potrebbe fare capolino a metà febbraio. Primavera mordi e fuggi, perché già a metà giugno si farà sentire l’afa della piena estate. Le prime piogge di settembre regaleranno un buon autunno ma sarà di nuovo tempo d’inverno già dopo l’estate di San Martino, con neve a Natale prossimo. Sono le previsioni delle cipolle di Alfio Lillini, “lette” come da tradizione negli spicchi lasciati alla finestra nella prima notte dell’anno, fra 1 e 2 gennaio.
La tradizione
Una anticipazione meteo attesa e irrinunciabile a ogni inizio d’anno, con le annesse raccomandazioni del popolare Alfio, oggi ferroviere in pensione, ieri anche consigliere comunale e poi rabdomante e, quel che più conta ai fini del calendario delle cipolle, cultore e custode di antiche tradizioni e credenze. Che però una volta tanto si sposano, nelle parole con le quali Lillini accompagna le sue previsioni, con le moderne indicazioni della scienza sul mutamento climatico: «Ai governanti a vari livelli dico che abbiamo un solo e unico ambiente da salvaguardare e sostenere, noi tutti ci viviamo e abbiamo solo questo. Ci hanno detto che il 2030 era l'anno ultimo per azzerare la produzione di Co2, ora che tutto si sposta al 2040/2050. E già tardi!!! Le falde acquifere sono già bassissime, un bene prezioso da difendere, ci dobbiamo svegliare tutti». E le previsioni 2024? Il rituale è lo stesso: sale su dodici spicchi di cipolla, uno per ogni mese e dall’aspetto degli stessi la mattina dopo si traggono le conclusioni. «L'anno 2024 si presenta con la Pasqua a marzo: Pasqua marzola, dove fame e bisciola, miseria, si faranno sentire – dice Lillini - l'inverno sarà mite ma lungo, fino quasi metà aprile.
Poca pioggia
Dunque freddo, gelo ma poca pioggia a gennaio, come pure fino ad aprile, con la nebbia spesso protagonista. A maggio e giugno temporali e grandine, prima che arrivi appunti la stagione dell’afa. E il pianeta? «Al Cop28 di Dubai i delegati di 195 nazioni hanno discusso sulla sostenibilità ambientale futura, che stenta a far emergere quella giustizia climatica planetaria in un mondo ineguale e diviso. Fino che il mondo della finanza non accetterà le perdite e i danni non si farà mai nulla di serio per la sostenibilità ambientale, è inaccettabile. Il sistema di produzione e consumo attuale non è più sostenibile così com’è, altrimenti il popolo sulla terra è destinato a soccombere».