«Un viaggio affascinante, tra i più belli della mia vita». Così Simona Molinari, descrive il progetto musicale in omaggio a Mercedes Sosa “Hasta siempre Mercedes”. Che è sia un album musicale, sia una pièce teatrale dal titolo “El pelusa Y la negra” dedicata a Diego Armando Maradona e alla stessa Sosa, con Cosimo Damato e il Sudamerica quartet.
L’anteprima
Simona Molinari si esibirà giovedì 25 aprile a Recanati per il primo dei due concerti previsti in anteprima nazionale, in diretta su Rai Radio 1, dei diciotto finalisti di Musicultura. La cantante partenopea proporrà alcuni estratti del disco. La Molinari, recentemente insignita a New York del Callas Tribute Prize, il prestigioso riconoscimento internazionale dedicato all’indimenticabile diva, ha preso ispirazione dall’opera teatrale “El Pelusa y La Negra”, una storia cantata di Mercedes Sosa e Diego Maradona, creata dal poeta Cosimo Damiano Damato. Simona ha deciso di catturare questa esperienza unica nell’album “Hasta siempre Mercedes”, che racchiude undici brani.
Le collaborazioni
Le collaborazioni di Tosca e Paolo Fresu, e un brano inedito di Bungaro (“Nu fil’ e voce”) arricchiscono l’omaggio alla voce argentina più potente e ascoltata del Sudamerica. «Il progetto è nato un anno fa, quando già si respirava un clima di tensione», esordisce Simona Molinari. Che poi prosegue: «Tutto è partito dal libro su Maradona di Cosimo Damiano Damato, che poi è diventato uno spettacolo di teatro canzone. Perché, accanto a Maradona, ho voluto raccontare la figura di una donna che rappresentasse l’emancipazione femminile, proseguendo nel filone che negli anni scorsi ha compreso anche Ella Fitzgerald.
L’argentinità
Entrambi argentini, Diego e Mercedes si sono anche conosciuti e sono saliti sul palco insieme. «Mercedes era la voce del popolo, la voce di chi non aveva voce, il simbolo della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura. Nel racconto di Mercedes ci si possono ritrovare tante donne, anche metaforicamente», spiega la vocalist partenopea. Che descrive la sua idea di musica: «Lo strumento è un veicolo non il fine. Un veicolo di ispirazione. Oggi la musica ha preso una piega particolare in cui non mi riconosco per cui vado dall’altra parte».
Le Marche incantate
La cantautrice pop-jazz riserva parole al miele per le Marche: «Ricordo un pubblico attento. È non è banale perché il pubblico è lo strumento con il quale si completa l’opera. È parte integrante del concerto. Non canto per me stessa. Considero le Marche le sorelle maggiori dell’Abruzzo. Un luogo curato e incantato» afferma Molinari. Che nella prossima estate potrebbe tornare di nuovo nelle Marche per il suo tour estivo in fase di definizione. «In futuro voglio continuare a raccontare in musica la storia di donne musiciste che rappresentano l’emblema dell’emancipazione femminile», conclude Molinari.