Fondi ai nuovi residenti per non far scomparire i Comuni più piccoli, proposta di legge per aree interne e zone colpite dal sisma

Il centro storico di Montefalcone uno degli splendidi paesi delle Marche
Il centro storico di Montefalcone uno degli splendidi paesi delle Marche
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 08:27

ANCONA - Contrastare il fenomeno dello spopolamento ed assicurare un riequilibrio territoriale soprattutto nelle aree interne, con particolare riferimento alle zone sfregiate dal sisma. Dove la ricostruzione è difficile anche nei Comuni più grandi.

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È stato uno dei leitmotiv della campagna elettorale del governatore Francesco Acquaroli nella corsa del 2020 alla scranno più alto di Palazzo Raffaello. Ora, quelle finalità vengono raccolte nella proposta di legge “Interventi per promuovere l’insediamento nei piccoli Comuni delle Marche di rinascita abitativa”, ad iniziativa di Fratelli d’Italia, che vede come primo firmatario il capogruppo Carlo Ciccioli.

Al momento non sono ancora state individuate le risorse a copertura degli interventi previsti – il fabbisogno finanziario è in corso di valutazione –, ma si collegheranno ai circa 80 milioni che, nel Por Fesr, sono stati riservati a vario titolo al tema del ripopolamento dei borghi, dalla storia secolare, ma dal futuro incerto. 


L’iter
Scendendo nel dettaglio dell’articolato - che ora dovrà percorrere l’iter consiliare fino all’approvazione definitiva da parte dell’assemblea legislativa - si prevedono contributi «sulle spese di acquisto e ristrutturazione di immobili situati nei piccoli comuni (popolazione inferiore a 3mila abitanti o in situazione di marginalità sociale, economica e infrastrutturale) per chi trasferisce la propria residenza nell’immobile acquistato o ristrutturato, a patto che costituisca la prima casa». Risorse erogate anche alle imprese per l’insediamento dell’attività economica e «agli enti pubblici che destinano i medesimi immobili a prima abitazione di privati purché vi trasferiscano la residenza». Residenza che deve essere mantenuta per almeno dieci anni dall’erogazione del contributo.

Nelle maglie della pdl, vengono annoverati anche contributi agli stessi Comuni per la realizzazione dei progetti denominati “Rinascita abitativa”, ed è inoltre previsto che l’Erap, attraverso risorse proprie, possa acquistare e ristrutturare immobili nei piccoli Comuni, da assegnare, successivamente, in locazione per un periodo non inferiore a otto anni e con successivo trasferimento della proprietà degli stessi ai relativi conduttori. 


Gli accordi
«Saranno stipulati accordi con gli Istituti di credito per agevolare la concessione di finanziamenti – spiega il primo firmatario Ciccioli – e con singoli studi notarili, il tutto per ottenere condizioni di particolare favore». Nei 13 articoli di cui si compone la proposta di legge, vengono anche annoverati interventi per le attività scolastiche ed extrascolastiche, «con risorse finanziarie per forme sperimentali di tele-insegnamento o di aggregazione di diversi livelli di istruzione, e per l’acquisto di veicoli utilizzabili per il trasporto degli alunni o per altri servizi in favore della popolazione». Ma per ripopolare quei borghi che, loro malgrado, stanno scivolando verso la desertificazione, c’è bisogno anche dei servizi sanitari, indispensabili per ricreare le fondamenta di una comunità. A questo scopo, viene stabilita «l’attivazione di servizi di tele-medicina e di tele-consulto, anche mediante accordi con le farmacie, e con postazioni itineranti per le prestazioni mediche, comprese quelle specialistiche». «La questione demografica – sottolineano i firmatari, i consiglieri Fdi Ciccioli, Assenti, Ausili, Baiocchi, Borroni, Leonardi e Putzu - rappresenta uno dei temi fondamentali per l’Italia e per le Marche. Le varie indagini proposte dall’Istat sono, purtroppo, univoche nel confermare come anche nella nostra regione si rischi concretamente di perdere una fetta importante di popolazione». I dati parlano di circa 50mila residenti in meno entro il 2060, coinvolgendo piccoli e grandi Comuni, per un totale al di sotto dei 1.200.000 abitanti. «Occorre, dunque, invertire la rotta e promuovere iniziative che mutino il trend. Chiaramente, le politiche per favorire la natalità sono in capo al governo nazionale, ma ciò non vuol dire che la Regione non possa utilizzare al meglio gli strumenti in suo possesso. Soprattutto – concludono i consiglieri – è necessario che ci si concentri per un riequilibrio territoriale in favore dei piccoli Comuni dell’entroterra, con particolare riferimento alle aree terremotate». Le idee ci sono. Ora si tratta di capire quante risorse sarà possibile mettere a bilancio.

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