Cosa cambia con il decreto del Governo sui crediti fiscali: spalmate in 10 anni solo le spese del ‘24

Chiarezza sul superbonus
Chiarezza sul superbonus
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Maggio 2024, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 12:14

ANCONA - «Lo ha detto il ministro, e io ribadisco, la retroattività è limitata alle spese sostenute nell’esercizio fiscale vigente alla data di entrata in vigore della norma, e quindi a tutte le spese sostenute nell’esercizio del 2024».

Non sembrano lasciare dubbi le parole del sottosegretario dell’Economia Federico Freni, pronunciate a margine dei lavori della commissione Finanze del Senato sul decreto Superbonus, sull’obbligo di spalmare i crediti su 10 anni, annunciato mercoledì dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «Quindi una spesa di gennaio è retroattiva, ma una sostenuta a dicembre 2023 non è eleggibile alla rateizzazione obbligatoria in 10 anni».

In commissione

Stando all’intervento di mercoledì di Giorgetti in Commissione Finanze del Senato, l'obbligo di spalmare i crediti del Superbonus su 10 anni consentirà una correzione del deficit pari a oltre 1 punto di Pil in due anni. «L’emendamento che il governo intende presentare, che prevede la ripartizione in dieci quote annuali dei crediti fiscali relativi a interventi edilizi - si legge nel resoconto di seduta che riporta l’intervento del ministro - è finalizzato ad allineare l’andamento a legislazione vigente del deficit indicato nel Def 2024 con quello programmatico della Nadef 2023 (a tal fine sono necessari 700 milioni nel 2025 e 1,7 miliardi nel 2026)».

Il Def indica un deficit tendenziale al 3,7% nel 2025 e al 3% nel 2026, a fronte della stima programmatica rispettivamente del 3,6% e del 2,9% della Nadef.

«Auspichiamo che trovino riscontro nell’emendamento del Governo al Decreto legge Superbonus, le dichiarazioni del Sottosegretario all’Economia Federico Freni, secondo le quali l’obbligo di spalmare in 10 anni l’utilizzo dei crediti maturati per interventi superbonus viene limitato alle spese sostenute nel 2024 - è il commento di Confartigianato -. In caso contrario, il Parlamento, in sede di conversione del decreto-legge n. 39/2024, si assumerebbe la grave responsabilità di ledere il principio del legittimo affidamento». Secondo Confartigianato, «con le ipotesi di rendere obbligatoria la dilazione in 10 anni dei crediti del superbonus con effetto retroattivo, le imprese che, legittimamente, hanno applicato ai propri clienti lo sconto in fattura, vedrebbero venir meno i loro piani finanziari, con la grave conseguenza che, pur vantando crediti nei confronti dell’erario, sarebbero obbligate, comunque, a versare imposte e contributi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA