Bonus, tesoretti e cashback: il pasto che non è mai gratis. Veronica De Romanis e i conti pubblici degli ultimi 10 anni

Mondadori pagine 168 euro 17.50

Bonus, tesoretti e cashback: il pasto che non è mai gratis. Veronica De Romanis e i conti pubblici degli ultimi 10 anni
Bonus, tesoretti e cashback: il pasto che non è mai gratis. Veronica De Romanis e i conti pubblici degli ultimi 10 anni
di Edoardo Danieli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Maggio 2024, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 12:05

Gratis non esiste. Lo scolpisce, nel marmo delle 160 pagine del saggio “Il pasto gratis”, Veronica De Romanis, docente di Economia europea alla Luiss Guido Carli di Roma e alla Stanford University a Firenze. Che non si limita a fare una precisa e densa diagnosi della politica economica del nostro Paese, nel suo complesso, dal 2013 ad oggi, ma indica anche quali strade intraprendere per un’inversione di rotta che si rende quanto mai necessaria, specie per chi ha a cuore il futuro delle nuove generazioni, visto che l'oste e il commensale, a loro insaputa, sono la stessa persona.

Il conto da pagare

Il conto lo dobbiamo pagare tutti, anche se pensiamo che le pietanze che ci portano in tavola non abbiano prezzo. Ce l’hanno, eccome se ce l’hanno e lo dovremmo vedere nei conti pubblici (nostri cioè), se solo avessimo una lieve infarinatura di cultura economica e lasciassimo da parte l’interesse particolare del momento. De Romanis prende in esame i governi che si sono succeduti in Italia dopo l’esperienza di Mario Monti che ha tentato di raddrizzare una barca, già abbastanza inclinata. Lo ha fatto con una politica, definita del rigore, e De Romanis chiama in causa anche il ruolo dell’informazione nel veicolare certi messaggi, che la classe politica ha dovuto subire, pena l’estinzione, soprattutto perché il rigore non produce consenso, purtroppo, divenuto il vero core business della attività pubblica.

Dopo l’austerity

Tanto che, chiusa l’esperienza Monti, si sono succeduti governi, di varia estrazione partitica, accomunati dalla volontà di opporre all’austerity l’espansione della spesa, millantando che fosse a costo zero o che fosse un investimento che potesse produrre un reddito superiore a quanto messo sul tavolo. Ovviamente non è stato e non è così: il debito pubblico continua a essere un macigno sul collo degli italiani.

De Romanis analizza quindi i governi di Matteo Renzi, Giuseppe Conte (uno e due), Mario Draghi e Giorgia Meloni, attingendo a fonti dirette ben raccolte nelle utilissime note finali che costituiscono un forziere di senso dell’attuale momento che attraversa l’Italia.

La sfilza di bonus

Con una scrittura agile e veloce, a dispetto di un tema difficile e di uno sgomento che man mano aumenta nel lettore, nelle pagine sfilano così il bonus degli 80 euro, il reddito di cittadinanza, quota 100, il cashback, le riduzioni delle tasse, il superbonus 110 che l’autrice non manca di definire «una truffa», il banchetto del Pnrr. Tutto gratis, mascherato dietro parole come tesoretto, incentivi, il sempiterno bonus. Niente è stato gratis, invece, puntualizza De Romanis: la collettività sarà chiamata a pagare il conto di questo pranzo da un lato; dall’altro esiste il rischio concreto che investitori internazionali mettano nell’angolo il nostro Paese ove i conti finissero fuori controllo. Da qui la chiamata all’azione che viene proposta nelle conclusioni e che ha come punto di partenza ineludibile il taglio del debito pubblico che genera un costo mostruoso di interessi.

Il cambiamento

Un cambiamento che riguarda tutti: De Romanis cita il premio Nobel francese jean Tirole: «Incolpare i politici è sbagliato, persino controproducente. Le loro azioni sono in gran parte l’emanazione delle nostre richieste. Abbiamo le politiche economiche che ci meritiamo». Anche per questo, la consapevolezza personale dei cittadini e la loro coscienza civica sono gli ingredienti di base del cambiamento a cui è prodromico l'arricchimento del sistema formativo. Perché il rischio più grande è quello di svegliarsi un giorno con tagli della spesa e rialzi delle tasse che metterebbero in ginocchio ogni famiglia italiana. Spetta a tutti, quindi, svegliarsi dal sogno del pasto gratis prima che sia troppo tardi.

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