«Non chiudete il lungomare». Striscioni di protesta sugli chalet a Porto Sant'Elpidio

«Non chiudete il lungomare». Sul piede di guerra il lungomare Faleria a Porto Sant'Elpidio
«Non chiudete il lungomare». Sul piede di guerra il lungomare Faleria a Porto Sant'Elpidio
di Sonia Amaolo
3 Minuti di Lettura
Sabato 11 Maggio 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 11:19

PORTO SANT'ELPIDIO Sul piede di guerra il lungomare Faleria chiuso nella tre giorni di gare ciclistiche. Spuntano gli striscioni negli chalet della zona sud con la scritta “Stop alla chiusura del lungomare!”. I commercianti non vogliono opporsi alla voglia di sport, alle gare, alle associazioni sportive, ai comitati e all’amministrazione che organizzano eventi. Non si può liquidare la protesta come una volontà di azzerare le manifestazioni, i turisti fanno comodo a tutti. Quello che sottolinea il commercio della fascia sud, che è la zona più fragile, è che bisogna tenere in considerazione le attività e non far finta che non ci siano. Non è uno scontro tra chalet e ciclisti. Si tratta di trovare una soluzione utile da una parte e dall'altra. Le file sulla Statale passino pure, ma il blocco delle attività in un fine settimana di maggio baciato dal sole non si augura a nessuno.

La soluzione

Urge una soluzione, un compromesso valido da ambo le parti si può trovare. «Da tempo lotto contro la chiusura del lungomare durante la corsa delle biciclette – dice Luca Rovoletto, titolare della Vaca Paca chalet-ristorante e portavoce dei commercianti pronti alle barricate –: qualcuno dovrebbe farsi un giro tra le attività del lungomare sud e chiedere, e vedere i danni che subiamo ogni volta che c’è una chiusura della strada.

In questo caso sono tre giorni, un intero weekend. Immaginate il danno economico per un ristorante che deve stare praticamente chiuso. Domenica mattina immaginate i danni per i bar che perdono le colazioni. Questi ciclisti vengono, corrono e vanno via, non lasciano niente qui e noi siamo indispettiti, io sono un po’ da voce della protesta ma direi che tutto il lungomare è arrabbiato. Per di più, dall’amministrazione, prima di andare in carica, avevamo avuto ampie rassicurazioni che questi eventi non sarebbero più stati fatti così perché sono deleteri, non portano niente e fanno solo danni. I fornitori non riescono ad arrivare da noi, abbiamo disdette e continue chiamate di persone che non riescono a raggiungerci, è difficile lavorare. Eventi di questo tipo sono deleteri per l’economia di una città che vorrebbe fare turismo e non riesce a farlo». Queste proteste si aggiungono alle tante sparse in tutta Italia ogni volta che si chiude una strada per una gara ciclistica. Nulla togliendo alla bontà delle iniziative sportive, siamo oramai tutti ciclisti, ovunque spuntano ciclabili e il cicloturismo, da fenomeno di nicchia è diventato un trend, ma resta il nodo da sciogliere. C'è da capire come coniugare il grande evento sportivo alla tenuta dell’economia di prossimità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA