Quel test per futuri genitori crescendo figli nel metaverso

Quel test per futuri genitori crescendo figli nel metaverso

di Giovanni Guidi Buffarini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Aprile 2024, 06:00

Nel 2022 fece notizia, e se ne parlò anche su questo giornale, la previsione della dottoressa Catriona Campbell, psicologa comportamentale nonché esperta di Intelligenza Artificiale. «Entro mezzo secolo, cresceremo figli virtuali nel Metaverso». Basterà sottoscrivere un abbonamento per vedersi assegnare un neonato virtuale, e poi starà ai genitori del futuro educarlo come fosse un bimbo vero. Si potrà toccarlo mediante guanti appositi, parlargli, metterlo in pausa (cosa che coi pupi in carne e ossa mica puoi fare), perfino darlo indietro, disdicendo l'abbonamento, nel caso diventasse un essere sgradevole: renitente alla doccia, parolacciaro, bullo, sociopatico potenziale serial killer.

Secondo la dottoressa Campbell, molti sceglieranno il pargolo metaversico, e staremo a vedere. Per intanto, registriamo un fatto: “A.I” - regia di Steven Spielberg da un racconto di Brian Aldiss - non è più fantascienza. E con largo anticipo, altro che 2132, l'anno in cui è ambientata quella variazione su “Pinocchio”. Il 2132 è oggi, il bimbo robot esiste. Non nel Metaverso ma nel mondo fisico. Una bimba, in verità, posto che sia di una qualche rilevanza il sesso degli umanoidi (magari è fondamentale, vai a sapere). Si chiama TongTong, è cinese. L'ha creata il Beijing Institute for General Artificial Intelligence. Ha le fattezze di una bambina di tre o quattro anni.

Anche l’età mentale è quella, all'inizio. Nel breve video che ho trovato su YouTube, fa ciaociao con la manina. Muovendo il braccino un po’ a cavolo, tutto storto, ma non è che i treenni naturali si muovano perfettamente coordinati. Non l’ho vista camminare ma dà l'idea d’essere assai più stabile dei pupi come li conosciamo, che agitano le gambette alla come viene viene e si sfrangono al suolo e lacrimano forte e il bacino della mamma fa passare la bua al ginocchio e la piccola peste risanata si rimette a correre e si schianta di nuovo, e nuovo bacino miracoloso e però «mobbasta zampettare da solo, non sei capace, fattene una ragione, dammi la manina che ti tengo su io». TongTong è pure servizievole, se vede qualcosa per terra la raccoglie, se vuoi un oggetto te lo porta, mica come i mocciosi di carne e ossa e sangue che buttano loro tutto per terra e non rimettono a posto niente, e se ti portano qualche cosa sarà, quasi certo, un pastrocchio rivoltante.

A chi gioverà TongTong, almeno secondo i suoi creatori? Agli ospiti delle case di riposo, per esempio: dicono faccia tanta compagnia, oltre a tanti utili servizietti. Oddio, la bimba artificiale è inquietante forte, non vorrei che il vecchietto, magari un po' rimba, si spaventasse e stramazzasse al suolo: stecchito. Alle coppie che non hanno un figlio ma hanno in programma di farne uno, e intanto vogliono testare le loro capacità genitoriali sull’automa.

Verificato che le loro strategie educative hanno cresciuto una TongTong teppista, potranno darla indietro e comportarsi diversamente col figlio vero: che da grande diventerà stragista. Infine, alle coppie che un figlio nè ce l'hanno e né lo desiderano, ma che il cagnolino non va bene, vogliono di più, il cagnolino sa solo dire baubau (e lo dice troppo spesso), risponde solo se gli va ma devi portarlo fuori quando decide lui, sennò lascia il ricordino: sul pavimento appena lavato, va da sé, o sul tappeto di pregio.

Mentre il gattino per affilare le unghie sempre si serve dei meglio mobili. Il Beijing Institute Ecc Ecc garantisce che TongTong sia in grado di provare noia, stanchezza, sete, fame (gradisce i biscotti: come li mastichi e come li digerisca, affari suoi, non voglio saperlo). Inoltre, essendo artificialmente intelligentissima, è destinata a sviluppo cognitivo rapidissimo: ti porti in casa una robottina di tre anni, e dopo tre anni te la ritrovi diciottenne (che va in discoteca e torna all'alba?). Questa è TongTong.

Quando sarà commercializzata, la farete entrare in casa vostra? Sarò vecchio stile o vecchio e basta, ma parlare con una robottina vestita di rosa come fosse un essere umano non gliela posso fare. Dividere con lei i biscotti? Col cavolo, bella, e salutame a sòreta. Resta il fatto che come risultato tecnologico, la bimba finta che simula la vita è impressionante, altroché. 

*  Opinionista e critico cinematografico

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