Senigallia, inferno in casa, forchetta puntata al collo: «Mi ha picchiato anche quando allattavo, una sera ha tentato di soffocarmi»

Senigallia, inferno in casa, forchetta puntata al collo: «Mi ha picchiato anche quando allattavo, una sera ha tentato di soffocarmi»
Senigallia, inferno in casa, forchetta puntata al collo: «Mi ha picchiato anche quando allattavo, una sera ha tentato di soffocarmi»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 28 Marzo 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 11:13

SENIGALLIA«Un giorno mi ha tirato un pugno allo stomaco, per cui sono dovuta andare all’ospedale. Un’altra volta mi ha puntato la forchetta sul collo». Un’altra ancora «è salito sul letto e ha provato a soffocarmi». «Mi ha picchiato anche quando stavo allattando nostra figlia». Sono gli stralci delle testimonianza resa ieri in aula da una 40enne che con la sua denuncia ha portato a processo l’ex marito, un 50enne senigalliese, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

La ricostruzione

I primi episodi di violenza sarebbero avvenuti nel 2011, ma la donna si è rivolta alle forze dell’ordine solo dieci anni dopo, venendo poi collocata con la figlia (ancora minorenne) in una struttura protetta.

La denuncia, dopo l’episodio del luglio 2021. «È entrato in camera da letto - ha riferito la donna al giudice Maria Elena Cola - e mi è saltato addosso: mi ha picchiato e ha tentato di strangolarmi. Ho provato a fuggire, ma lui mi ha sbattuto la testa tra il muro e l’armadio». In quell’occasione, a casa erano arrivati i carabinieri. Non trattenendo le lacrime, la 40enne - è parte civile con l’avvocato Giuseppe Muzi - ha ricordato anche gli episodi passati. Come quella volta che sarebbe stata minacciata con una forchetta: «me l’ha puntata al collo, spingendomi verso il muro». O come quella in cui «mi ha provato a trascinarmi per casa prendendomi per i capelli». «Quando allattavo - ha detto la donna - mi ha dato una botta in testa».

Dopo un pugno ricevuto allo stomaco, la 40enne era andata con il marito, che spesso alzava il gomito, al pronto soccorso: «Ho detto che ero caduta dai pattini, andando a sbattere contro una panchina». La paura l’avrebbe indotta a non dire la verità. Ci sarebbero state anche le minacce da parte dell’imputato: «Mi diceva che mi avrebbe ucciso, che mi doveva prendere un tumore. Lui mi vedeva come un suo nemico». L’uomo, ieri assente, non ha scelto riti alternativi convinto di rigettare le accuse nel corso del dibattimento. Il 16 ottobre la prossima udienza.

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