FABRIANO - Entro il 10 maggio, per la Regione, entro il 17 per il Ministero, Sassoferrato e Fabriano dovranno fornire la documentazione per la valutazione d’impatto ambientale di un parco eolico. Il progetto denominato “Monte Miesola” che coinvolge i crinali dei monti Mezzano, Le Sierre e Chicosse prevede l’installazione di 8 pale, 6 nel sassoferratese e 2 nel fabrianese, che produrranno 47,6 Mw. «Purtroppo – dichiarano i sindaci Maurizio Greci e Daniela Ghergo – nell’iter forniamo i certificati tecnici e non abbiamo poteri autorizzatori ma poiché riteniamo che avrà un impatto gravemente pregiudizievole abbiamo chiesto, tramite il consiglio regionale delle Marche, per superare il nodo dei 50 mila abitanti, l’applicazione dello strumento dell’Inchiesta Pubblica al Ministero. Ci consentirà di discuterne e quindi di partecipare come comunità».
Le conseguenze
Pur essendo a favore delle rinnovabili per la transizione energetica, i due sindaci temono gli impatti sul paesaggio e le montagne, sul patrimonio forestale, della flora, della fauna e dell'avifauna e l’inquinamento acustico che incide sulla fruibilità turistica del comprensorio.
Il progetto depositato il 21 febbraio al Ministero è della Fri-El spa. Un colosso italiano della green energy proprietario di 39 parchi eolici (987 Mw), impianti a biogas (3 Mw), a biomasse liquido e solido (oltre 90 Mw), centrali idroelettriche (24 Mw), parchi fotovoltaici (113 Mw) e di un’azienda agricola grande 13 mila ettari in Romania. Dalla relazione tecnica emerge che il “Monte Miesola” produrrà all’anno oltre 105 milioni di kWh, ridurrà le emissioni di CO2 di 52 mila tonnellate, soddisferà il fabbisogno di elettricità, calcolando una media annua di 1800 kWh, di più di 58 mila famiglie ed è in linea con le prescrizioni nazionali sviluppandosi in un corridoio privo di vincoli. Un lembo di terra nascosto tra Rucce e Pantana dove niente è tutelato e non ci sono nemmeno aree floristiche o della Rete Natura 2000, ma che incide nella visuale dei Siti di Interesse Comunitario (Sic) del Monte Cucco, di Poggio Pantano; della Gola del Corno del Catria, delle Gorghe; delle valli del Rio Freddo, di San Pietro, delle Prigioni; sulle Zone a Protezione Speciale (Zps) dello Strega e del Catria.
Il bene da tutelare
Un panoramico balcone in una sequenza di altipiani prativi contornati da boschi sorprendentemente non protetto per cui si sono subito mobilitati le guide ambientali ed escursionisti che ne conoscono l’alto valore naturalistico e il Cai. Un Parco che consente inoltre ai due Sindaci di ricordare al Governo «la necessità di proteggere i territori fragili e di regolamentare l'installazione di impianti di produzione di energia lì dove l’ambiente, il paesaggio, l’allevamento sono fonti di ricchezza».