PESARO - Ricatto sessuale con minaccia di diffondere ai familiari un video hot, la vittima, un 67enne, prima cede sborsando 1500 euro poi denuncia l’estorsione alla polizia facendo arrestare la donna e il suo complice, che ora, tramite i rispettivi legali, hanno chiesto al gup di patteggiare. La storia risale a circa un anno fa. A finire in manette, nel giugno del 2023, era stata una 45enne, residente a Pesaro, arrestata insieme al suo complice, suo coetaneo, entrambi accusati di revenge porn.
L’indagine della squadra mobile della questura di Pesaro, ha preso le mosse dalla denuncia che il 67enne aveva presentato dopo sborsato 1500 euro in seguito a un ricatto a sfondo sessuale.
L’adescamento
Alla polizia l’uomo aveva riferiva di aver conosciuto la donna all’interno di un supermercato.
L’indagine
La vittima ha effettuato un primo versamento tramite Postepay, ma le preteso non si sono fermate e sono state avanzate altre richieste di soldi con successive due tranche di pagamento. A questo punto è poi entrato in scena anche il 45enne, un sedicente amico della donna che millantava di provenire da Napoli e di essere pronto a “risolvere il problema” con il ricattatore. Tutto si sarebbe chiuso con la pretesa di nuovo pagamento di 300 euro. La vittima, dopo aver pagato ancora, temendo nuove minacce e ricatti, si è poi rivolta alla polizia. La trappola è scattata quando il 45enne ha poi ulteriormente richiesto di essere pagato anche per l’intermediazione. Il 67enne si è quindi incontrato con la donna e il complice che reclamavano 500 euro. Lui ne ha consegnati 250 e in quel frangente sono intervenuti i poliziotti. Così per entrambi sono scattati gli arresti in flagranza di reato con l’accusa di estorsione.
L’aggravante
Per la donna il reato è stato aggravato dal fatto di averlo commesso nonostante fosse sottoposta a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Pesaro. Ma la 45enne in una circostanza era andata a Fano con la vittima per accompagnarlo a versare i soldi sulla Postepay del complice. Per entrambi gli avvocati Giulia De Luca e Salvatori D’Accardi hanno proposto un patteggiamento vicino ai 4 anni, così da poter richiedere una misura alternativa come i lavori socialmente utili. Nelle prossime settimane la ratifica.