Polo logistico a Fano, Andreani difende il suo progetto: «Passerà un tir ogni quarto d'ora e avremo 150 posti di lavoro»

Polo logistico, l'indistriale Andreani difende il suo progetto: «Passerà un tir ogni quarto d'ora e avremo 150 posti di lavoro». Nella foto l'area con gli scheletri dei capannoni e, nel riquadro, Paolo Andreani
Polo logistico, l'indistriale Andreani difende il suo progetto: «Passerà un tir ogni quarto d'ora e avremo 150 posti di lavoro». Nella foto l'area con gli scheletri dei capannoni e, nel riquadro, Paolo Andreani
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 11:43

FANO «Abbiamo cercato di proporre la soluzione più equilibrata possibile per sanare l’area dell’ex zuccherificio dall’abbandono in cui è precipitata da decenni. Una soluzione che ridesse vita ad un’area industriale alle porte di Fano, la salvasse dal degrado e al tempo stesso limitasse il più possibile l’impatto sull’ambiente».

Sono le valutazioni dell’industriale Paolo Andreani, ex presidente regionale di Confindustria, che nel 2022, in seguito a un accordo con Giancarlo Paci, ha acquisto l’area all’asta del Tribunale per il fallimento della società Madonna Ponte. 

La vicenda produttiva

Premettendo di non voler interferire nelle attuali vicende politiche condizionate dalla campagna elettorale, l’imprenditore ha ripercorso le varie fasi di risulta di questa superficie che nel quartiere di Ponte Metauro ha ospitato in origine una delle più importanti realtà produttive dell’economia fanese: lo zuccherificio, appunto, che non solo ha incrementato l’agricoltura con la coltivazione della barbabietola da zucchero, ma ha dato lavoro a tanti giovani che durante le vacanze estive hanno trovato il modo di realizzare dei guadagni.

Fu l’imprenditore Mattioli che, dismesso lo zuccherificio negli anni Novanta, acquistò l’immobile per 30 miliardi di lire, coinvolgendo una decina di imprenditori della zona per riqualificare l’area, previa bonifica, anche questa non poco costosa, di tutte le macerie derivanti dalla demolizione della fabbrica stessa.

Il grande centro commerciale

Si presentò quindi un progetto per realizzare un grande centro commerciale, comprensivo di altre strutture come, ad esempio, la Pretura di Fano, che cominciò ad avere le autorizzazioni delle istituzioni competenti, il che convinse la proprietà a iniziare la costruzione dei manufatti, gli stessi che si vedono tutt’oggi. Senonché un cambio di amministrazione comunale, dopo la forte protesta di commercianti e artigiani, annullò il progetto e tutto si bloccò. 

Le macerie eliminate

Un risultato, comunque, fu ottenuto: l’eliminazione di quell’enorme cumulo di macerie, lamiere e quant’altro risultante dalla demolizione dell’ex zuccherificio. «Le strutture esistenti – specifica Andreani – sono valide per realizzare un centro artigianale comprensivo di varie attività con uffici ai piani superiori, comprensivo di carrozzieri, imbianchini, idraulici, fabbri, una realtà probabilmente più inquinante di un centro logistico adibito soltanto allo stoccaggio delle merci.

Il progetto prevede un incremento di 150 posti di lavoro e una riduzione della superficie edificabile da 55.000 a 40.000 metri quadri (il 27,27%)».

«Debbo precisare - continua l'industriale - che per maggior sicurezza tutti i capannoni saranno dotati di idonei filtri di aerazione e di aria condizionata sia per la salubrità degli ambienti interni che per le immissioni all’esterno e per quanto riguarda l’andirivieni dei mezzi di trasporto, si è calcolato il transito di tir tra le 50 e le 100 unità nelle 24 ore, il che significa la media al massimo di uno ogni quarto d’ora; senza considerare che il Comune di Fano ha deviato il traffico della statale 16 a margine dell’area dove passano migliaia di veicoli al giorno». 

Andreani, infine, invita anche non unire la problematica della torrefazione del caffè che è esistente ed opera tuttora con quella del polo logistico dove sarebbe esclusa qualsiasi attività che prevede la lavorazione del prodotto.

La proprietà dell'area

L’area dell’ex zuccherificio è di proprietà della società a responsabilità limitata Cittadella con capitale di 200mila euro detenuto per metà delle società per azioni Flonal, Isa e Gisam, che fanno riferimento a Paolo Andreani, e per l’altra metà dalla società a responsabilità limitata Tecnometalli della famiglia di Giancarlo Paci.

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