ANCONA Il binario unico della vergogna. Quello che (non) corre tra Falconara e Orte, rendendo il viaggio da Ancona a Roma una corsa a ostacoli a bordo di una diligenza. L’agognato raddoppio di cui si parla da talmente tanto tempo da essere entrato di diritto nei libri di miti&leggende procede a doppia velocità.
I tratti finanziati con il Pnrr avanzano, gli altri arrancano.
Cosa manca
Restano invece tra color che son sospesi il lotto 1 tra Pm228 e Genga (per il quale mancano all’appello 333 milioni di euro su un fabbisogno di 337 milioni) con il progetto di fattibilità tecnico-economica in fase di completamento, e il lotto 3 tra Serra San Quirico e Castelplanio, a cui sono stati tolti 326 milioni di euro inizialmente previsti nel Contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e Rfi.
La speranza - fondata, secondo i rumors di Palazzo - è riuscire a recuperarli nel prossimo Contratto, ma ancora, di fatto, i soldi non ci sono. Per i segmenti tra Terni e Spoleto e Fabriano-Foligno, invece, non siamo ancora nemmeno alle carte. Nel primo caso si è resa necessaria la project review perché il progetto originario (dei primi anni 2000) era troppo datato e del tutto anacronistico. Per la Fabriano-Foligno, un tratto molto lungo e per gran parte in galleria, il progetto preliminare era stato inviato al Mit addirittura nel 2003, ma tutto si bloccò per mancanza di finanziamenti.
I costi
Il costo stimato allora era di 1,5 miliardi di euro, ma con i prezzi di oggi la cifra è stata rivista al rialzo e supera i 2 miliardi di euro. Inoltre, ad oggi non si intravedono altri progetti all’orizzonte. E si allontana nel tempo quel raddoppio che permetterebbe alle Marche di entrare nel terzo millennio.