Ai poliziotti della questura hanno raccontato che qualche tempo prima il carabiniere, che tra l’altro è anche un loro parente, avrebbe contattato prima una poi l’altra giovane dicendo di aver trovato su Internet delle loro foto compromettenti. Le giovani avevano negato con fermezza di essere loro, non si erano mai né fotografate né fatte fotografare nude, per cui non potevano essere loro. Di questo erano più che certe.
Ma il militare, per confermare quello che sosteneva, avrebbe mandato alle donne le foto in questione da cui era evidente che si trattasse in entrambi i casi di un fotomontaggio: i volti erano i loro i corpi no. Una delle sorelle avrebbe troncato subito il discorso, con l’altra l’uomo avrebbe insistito sostenendo che dalle foto sembravano proprio loro e che lui era in grado di farle rimuovere dal web. La procedura per cancellare una volta per tutte quelle foto da Internet però era a pagamento: per la precisione il costo era di 2.000 euro. Le due giovani, quindi, per far sparire quelle foto hot da Internet avrebbero dunque dovuto pagare complessivamente 4.000 euro.
Squadra mobile in azione
La vicenda, particolarmente delicata, è stata seguita dalla Squadra mobile della questura, gli agenti hanno rassicurato le giovani che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi e in breve tempo suggerendo come muoversi per incastrarlo. Su indicazione della polizia una delle sorelle aveva così richiamato il carabiniere assecondandolo e fingendo di voler pagare la somma, con lui aveva concordato un incontro a casa sua in un comune della provincia. I due però il giorno dell’incontro non sarebbero stati soli. Appostata nei pressi e all’interno dell’abitazione ci sarebbe stata una decina di agenti della Mobile compresa la loro dirigente, il commissario capo Anna Moffa, per monitorare la situazione e intervenire al momento opportuno. Così ieri mattinata verso le 10 è scattata l’operazione: il militare e la giovane si sono incontrati poi, una volta avvenuto il passaggio dei soldi, i poliziotti sono intervenuti e hanno arrestato il carabiniere. L’uomo ora si trova nel carcere di Marino del Tronto in attesa dell’udienza di convalida. È difeso dall’avvocato Simone Mancini del foro di Fermo. «Sono costernato di fronte alle notizie che ho letto, quella che conosco è una persona per bene: aspettiamo e vediamo», ha affermato il legale. Dopo l’arresto gli agenti della Mobile gli hanno sequestrato il cellulare e un paio di computer trovati in casa nel corso della perquisizione domiciliare. Nelle prossime ore gli accertamenti proseguiranno su pc e telefono.