Ascoli, una "Zona cuscinetto" da 120milioni: il Piceno si salva in corner dalla Zes

La sottosegretaria Albano: «Abbiamo lavorato con il ministro Fitto per il Decreto Coesione»

Ascoli, una "Zona cuscinetto" da 120milioni: il Piceno si salva in corner dalla Zes
Ascoli, una "Zona cuscinetto" da 120milioni: il Piceno si salva in corner dalla Zes
di Laura Ripani
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Venerdì 10 Maggio 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:18

ASCOLI - Dal Governo arrivano 120 milioni in tre anni per le aree deindustrializzate, di fatto si tratta dell’annunciata misura per le cosiddette “zone cuscinetto” , di confine cioè con quelle Zes (Zone economiche speciali) che l’Europa ha individuato e avranno regimi molto agevolati.

I termini

I fondi destinati a queste aree sono stati reperiti tramite il Decreto Coesione che, all’art. 13, prevede un incremento del «Fondo di sostegno ai Comuni marginali» per una somma pari a 20 milioni per l’anno 2024 e 50 milioni per gli anni 2025 e 2026, ovviamente per tutte le zone d’Italia ma specialmente per il Piceno che tramite i sindaci e le associazioni di categoria ne aveva fatto esplicita richiesta ai propri rappresentanti istituzionali.

«Si tratta di risorse europee - spiega Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia - del Fondo di Coesione, finalizzate a contrastare i fenomeni di deindustrializzazione.

A beneficiare di queste saranno i comuni ricadenti nella ex Cassa di Mezzogiorno, tra i quali rientrano quelli ricadenti nel comprensorio di bonifica del fiume Tronto. È una misura molto importante che gli imprenditori operanti in quella porzione di territorio attendevano da anni. Tutelare il tessuto imprenditoriale locale, e con esso l’occupazione, è condizione essenziale per garantire lo sviluppo delle comunità. Voglio ringraziare il ministro Fitto per aver accolto le sollecitazioni che provenivano dai territori e per l’attenzione che il Governo riserva costantemente a questa regione». I 120mlioni non sono tutti destinati al Piceno ovviamente ma riguardano anche le aree industriali del Lazio che, come nelle Marche avrebbero potuto subire danni dalla vicinanza con i territori ai quali saranno riconosciuti benefici sotto varie forme. Il pressing sul ministro Raffele Fitto è andato quindi a segno, o quantomeno, ha portato a un pareggio come aveva annunciato Albano - delegata peraltro al Pnrr - che si è incontrata più volte con il ministro titolare della delega agli Affari europei e appunto per le politiche di coesione.

«Conosco bene - aveva detto l’esponente del governo - la questione delle aziende marchigiane che si trovano al confine con l’Abruzzo, ho avuto modo di dialogare direttamente con diversi imprenditori che vivono il problema, a vari livelli» Albano quindi ha mantenuto la promessa di tenere in alta considerazione il tema e ha concretizzato la proposta che è stata anche presentata in tempi celeri rispetto ai soliti della politica. C’era infatti un problema importante da superare, vale a dire che il perimetro della Zes Sud è stato definito dalle Politiche di coesione europee e non dal Governo nazionale. Compito di quest'ultimo, invece, era quello di individuare le opportune soluzioni per i territori di confine al fine di mitigare gli effetti delle misure che potavano causare la fuga delle aziende e episodi di concorrenza sleale.

L’impatto

La misura intende quindi mitigare l’impatto di una vera e propria disparità di trattamento tra le regioni del sud, dall’Abruzzo in giù e le altre che, ritenute più sviluppate, dovrebbero poter fare da sole. In mezzo c’era il Piceno che avrebbe potuto vedere diverse aziende “fuggire” pochi metri al di là del Tronto. L’aver posto il paletto è stato molto importante. Ora nei dettagli e soprattutto all’approvazione definitiva dovrà pensare il Parlamento che, nei prossimi giorni affronterà la conversione in legge. Si comincia dal Senato.

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