Ancona, svolta Poliambulatorio: «Sarà pronto a giugno, l’hospice entro l’anno»

Stroppa (Ast): «A maggio facciamo i collaudi, poi iniziamo i trasferimenti» Avanti anche l’altra palazzina, completata la gara di appalto per gli arredi

Ancona, svolta Poliambulatorio: «Sarà pronto a giugno, l’hospice entro l’anno»
Ancona, svolta Poliambulatorio: «Sarà pronto a giugno, l’hospice entro l’anno»
di Antonio Pio Guerra
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Giovedì 25 Aprile 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 15:24

ANCONA Umberto I, ci siamo quasi. Ma stavolta per davvero. «Entro fine giugno credo che avremo il taglio del nastro» anticipa Giovanni Stroppa, direttore dell’Ast di Ancona. «Il target che ci eravamo dati è questo e lo stiamo rispettando» continua. Altri due mesi, insomma, ed il poliambulatorio di largo Cappelli tornerà operativo. O almeno, una parte di esso. La prima a riaprire sarà infatti la palazzina 1, quella che andrà ad ospitare i servizi attualmente offerti dal poliambulatorio di Viale della Vittoria - ci vorrà qualche mese in più per la seconda, destinata ad un hospice.

Il cronoprogramma

«Per fine maggio chiuderemo il collaudo della prima palazzina» spiega Stroppa.

Questo vuol dire che - anche grazie all’interessamento ed alla sinergia con il Comune - ha finalmente trovato una soluzione l’impasse che da mesi teneva sotto scacco la riapertura dell’ex ospedale civile. I tecnici dell’Enel, infatti, avevano necessità di passare sulla proprietà del crac Santarelli (dovevano sorgervi 300 case luxury, un crac da quasi 300 milioni) per poter effettuare l’allaccio. Allaccio fondamentale per svolgere i test finali necessari a svincolare dal contratto quella ditta appaltatrice che aveva finito i lavori sulla muratura e sugli impianti già da qualche mese. Tanto per rendere l’idea di quanto tempo sia stato necessario per smarcarsi, di questo problema il Corriere Adriatico aveva già scritto alla fine di ottobre dell’anno scorso. Briciole, comunque, se consideriamo la lunga e travagliata parabola dell’Umberto I. Chiuso nel 2003, risale all’ottobre del 2008 il primo accordo di programma tra il Ministero della Salute e la Regione Marche per il recupero della struttura. Due anni dopo, a settembre 2010, ecco il progetto definitivo per la rinascita dei due padiglioni. Qui arriva il primo inciampo. Bisognerà infatti aspettare l’ottobre del 2015 perché il Comune rilasci il regolare permesso a costruire mentre il mese successivo ci fu l’assegnazione dell’appalto da 6,5 milioni per i lavori. Lavori consegnati ad aprile del 2016 e subito sospesi perché furono necessarie delle verifiche archeologiche. Questione di mesi, già ad ottobre ci fu il disco verde. E poi? La storia è lunga ma i punti chiave sono questi: a gennaio 2018 i costi lievitano a 7,6 milioni di euro ed è luglio del 2021 che l’Asur ottiene la seconda proroga triennale del permesso di costruire (la prima, di due anni, c’era stata nel 2019). Arriviamo dunque al presente, all’aprile del 2024.

I continui rinvii

Nel mezzo, una serie di date papabili per un taglio del nastro annunciato sempre in pompa magna e poi silenziosamente rimandato. A titolo di esempio: il primo “giorno X” doveva essere nel novembre del 2017. Poi nella primavera del 2019, di nuovo a fine 2021, ancora a novembre 2023 ed infine a marzo del 2024. Che sia la volta buona? Ne è convinto Stroppa. «A giugno faremo il trasferimento degli ambulatori» promette. Un’attività che dovrebbe durare poche settimane. «Per quanto riguarda la gara di appalto sugli arredi - continua il direttore - questa è stata chiusa ed abbiamo la disponibilità del materiale». Che servirà per completare la prima palazzina così come la seconda, quella ad uso hospice. I collaudi su questo secondo stabile partiranno non appena si sarà concluso il tour de force per il poliambulatorio. Quanto tempo ci vorrà? Stroppa risponde sicuro, «certo che sì», quando gli chiediamo se potremo vedere un Umberto I completamente funzionante entro la fine del 2024. Ma al direttore piace andare coi piedi di piombo, fare prima di dire. Ecco perché il suo focus è tutto sulla deadline di giugno, da rispettare tassativamente. Il resto si vedrà a tempo debito. «Ci penserò domani» diceva una canzone.

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