SENIGALLIA Nove anni a processo da innocente. È il calvario vissuto da un muratore senigalliese, finito alla sbarra nel novembre 2015 perché la vittima di un furto aveva confuso una Punto per una Panda. Ieri è stato assolto con formula piena. Tutto era iniziato quando una donna russa si era presentata in Commissariato, denunciando di essere stata vittima di un furto con destrezza.
Il racconto
Aveva riferito di essere stata affiancata da una Punto rossa e che un uomo brizzolato si era sporto dal finestrino per rubare la borsa dal cestino della bicicletta.
Dalla targa descritta come rovinata e poi leggibile, alle sfumature del colore dell’auto, fino alla mancata identificazione fotografica del presunto autore del furto. «Non si doveva arrivare a dibattimento – ha spiegato l’avvocato Roberto Paradisi, difensore del muratore assolto, nella discussione finale – perché fin dall’inizio tutti gli indizi apparivano imprecisi e contraddittori e risultava evidente che si era di fronte ad un clamoroso abbaglio della vittima. Quest’uomo – ha concluso il legale – è stato vittima di un pesante errore giudiziario». L’avvocato ha chiesto l’assoluzione invocando una sentenza netta del tribunale. Così è stato: a mettere la parola fine è stato il giudice monocratico Antonella Passalacqua. Dopo una brevissima camera di consiglio, ha assolto con formula piena il muratore restituendogli finalmente la giusta serenità.