Pesaro, crac Mulazzani: 24 indagati
e sequestrati beni per 60 milioni

Il tribunale di Pesaro, costruito da Mulazani
Il tribunale di Pesaro, costruito da Mulazani
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 19:03 - Ultimo aggiornamento: 19:25
PESARO - Conclusione indagine per i 24 imprenditori coinvolti nel crac Mulazzani Costruzioni Spa, impresa edile fallita nel 2013. Sono tutti manager dal giro d'affari importante tra Rimini, Pesaro, Senigallia e Fano, indagati e destinatari del 415 bis, la chiusura indagine del sostituto procuratore Paolo Gengarelli e Gdf di Rimini, per una delle bancarotte più grosse degli ultimi anni e per il quale le Fiamme Gialle hanno già ottenuto sequestri per un valore complessivo di 60 milioni.
Oltre ai Mulazzani - il padre Italino e il figlio Fabio, costruttori che hanno all'attivo opere come gli stabilimenti Berloni, il complesso immobiliare Le Torri, il Palazzo di Giustizia e la sede della Bnl di Pesaro, il 105 Stadium e il Centro Commerciale Le Befane di Rimini - vi sono numerosi nomi del settore edile, titolari di ditte di carpenteria metallica, vetro, impianti elettrici, marmi, ma anche studi di ingegneria tra Pesaro e Senigallia. Tutti fornitori e partner, quindi creditori, delle imprese Mulazzani che hanno avuto una via «preferenziale» al fallimento sottraendo risorse economiche che avrebbe dovuto gestire la curatela. Sotto sequestro erano finiti 53 immobili e 22 terreni, quote societarie, cessioni di crediti e fidejussioni, liquidità in conti correnti riconducibili agli indagati per un ammontare complessivo di oltre 60 milioni. Tra le ipotesi di reato, le cessioni in prossimità del fallimento alle ditte dei creditori di numerose porzioni del complesso immobiliare conosciuto come «Pesaro Porta Ovest», del complesso edilizio di piazza Roosevelt a Cattolica e di negozi e uffici a Rimini.
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