Storti e Berselli addio, Ricci e Biancani attaccano: «L’Ast è ingestibile, Saltamartini e Baldelli si dimettano. Mobilitiamoci tutti»

Che cosa si rischia con i vertici dimezzati

Storti e Berselli addio, Ricci e Biancani attaccano
Storti e Berselli addio, Ricci e Biancani attaccano
di Simonetta Marfoglia
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Mercoledì 17 Aprile 2024, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 12:55

PESARO Mobilitazione per l’Ast che implode come un castello di carte e dimissioni dei vertici della Regione, a cominciare dall’assessore Saltamartini. Sembra un déjà vu? E lo è. Perchè solo pochi giorni fa, all’annuncio delle dimissioni del dg Nadia Storti il Pd aveva iniziato ad attaccare a testa bassa, dal sindaco Matteo Ricci al candidato sindaco Andrea Biancani. Gli stessi oggi si ritrovano a fare il bis di quanto già detto dopo che all’addio di Storti si sono aggiunti i saluti del direttore sanitario facente funzioni Edoardo Berselli che già aveva tenuto in mano la gestione di Marche Nord ai tempi del dg Maria Capalbo. E’ evidente ormai che la fusione a freddo tra l’ex Area vasta e l’ex Azienda ospedali riuniti sta provocando ondate telluriche difficili da contenere. Ieri mattina anche un sit-in spontaneo in piazzale Cinelli per chiedere il ritorno di Capalbo, oggi all’Inrca. 

Spiazzati

Un doppio congedo a partire dal primo maggio (restano in carica il direttore amministrativo Matteo Biraschi e il direttore sociosanitario Nazzareno Firmani) che ha spiazzato gli stessi ambienti dell’Ast 1, quelli del personale per intenderci, che di rumors se ne intendono e adesso sono a chiedersi che sta succedendo e a cosa porterà questa fuga. Nell’immediato a una mobilitazione pubblica, su cui sta meditando il sindaco Matteo Ricci, in procinto di partire per il tour elettorale in bici Fano-Roma (dal 19 al 23 aprile), non scartando la possibilità di coinvolgere il collega Massimo Seri. Nel frattempo il primo cittadino rafforza il concetto di dimissioni degli amministratori regionali. «La situazione - spiega - è diventata insostenibile: le liste d’attesa e la mobilità passiva sono in continuo aumento, manca il personale, c’è confusione su tutto e una guida politica inesistente. Si sono dimessi Storti e Berselli quando gli unici che dovrebbero dimettersi sono invece l’assessore alla Sanità Saltamartini e i due tutor che gli hanno affiancato, il sottosegretario alla Sanità Aldo Salvi e l’assessore all’Edilizia sanitaria Francesco Baldelli. Facciano un passo indietro per il bene della sanità marchigiana, che dobbiamo salvare».

La stoccata

Una stoccata anche al presidente Francesco Acquaroli: «Se c’è batta un colpo. Serve una forte mobilitazione per salvare la sanità, perché dopo quasi quattro anni di governo regionale è ormai oggettivo il declino verso il quale si è avviata».

Ricci intima: «Dovete andarvene». Il Pd si accoda, insieme ai consiglieri regionali Micaela Vitri e Andrea Biancani, quest’ultimo appunto anche nella veste doubleface di candidato sindaco. Scremata la richiesta di dimissioni, mossa più di default che altro, si rimarcano quei nodi gordiani ancora mai sciolti e che il doppio addio ha reso ancora più serrati. Per il Pd si assiste «attoniti ad un inspiegabile ritardo della pubblicazione del piano aziendale, con la conseguente esasperazione di operatori sanitari, personale e cittadini che continuano a rivolgersi al privato, viste le liste d’attesa che hanno raggiunto livelli mai visti prima».

L’atto aziendale

Per inciso l’atto aziendale, che ritorna in ogni intervento, è il documento che dovrà indicare quali servizi sanitari ci saranno nella provincia, in quali ospedali, con quale personale e quali risorse. Il tutto senza considerare che il 28 febbraio è scaduto l’avviso pubblico «e non si è riusciti ancora ad individuare i locali - sottolineano i democrat di Pesaro - dove dovranno essere trasferiti i reparti di Muraglia, lasciando allo sbando e nel limbo pazienti, famiglie e personale, causando le dimissioni dei Storti e Berselli. Fermatevi o i pesaresi si mobiliteranno in massa, e noi con loro». «Ma Acquaroli e la sua giunta si stanno rendendo conto di cosa stanno provocando? - si domanda Vitri - Ma soprattutto ad Acquaroli interessa tutto questo?». Infine per Biancani diventa «urgente la nomina dei nuovi direttori, la sanità della nostra provincia non può essere lasciata senza una guida anche alla luce delle scadenze, l’approvazione dell’atto aziendale, l’avvio del nuovo ospedale e il trasferimento dei servizi legati alla psichiatria».

All’orizzonte

«Il pericolo - argomenta - è che molti professionisti, medici e operatori sanitari, decidano di lasciare la nostra sanità. Non è normale, ed è un fatto molto grave, che il numero 1 e 2 della azienda sanitaria provinciale lascino a pochi mesi dall’avvio della riforma voluta dalla Regione. Evidentemente, all’interno dell’Ast ci sono grossi timori sulla sostenibilità delle scelte fatte. Queste dimissioni rallenteranno inevitabilmente l’approvazione dell’atto aziendale e sono anche il segno che qualcosa non va con questo importantissimo documento. Il rischio è di tornare a commissari a tempo, come già avvenuto con la nascita dell’Ast, che non prendono decisioni, mettendo a rischio i progetti oggi in corso.

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