Nadia Storti, dimissioni e pensione: la super manager della sanità lascia l'Ast 1

Troppi dissapori con Saltamartini, la super manager del Covid lascia dopo meno di 11 mesi Azienda senza pace: era subentrata a Gentili, durato 4 mesi. L’interim a Biraschi o Draisci?

Nadia Storti, dimissioni e pensione: la super manager della sanità lascia l'Ast 1
Nadia Storti, dimissioni e pensione: la super manager della sanità lascia l'Ast 1
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 12 Aprile 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 08:15

Non ha resistito neppure un anno nel suo nuovo incarico di direttore generale dell'Ast di Pesaro Urbino. Lei che negli anni da incubo del Covid ha guidato senza risparmiarsi l’Azienda sanitaria unica regionale, mentre gli ospedali venivano sottoposti ad una pressione mai vista e il personale medico e paramedico era costretto a turni massacranti nei reparti dove il virus imperversava senza pietà.

La decisione

Ma stavolta, nemmeno 11 mesi dopo la nomina, Nadia Storti ha deciso che è arrivato il tempo dei saluti.

Il medico super manager - 65 anni il 18 novembre - si è dimessa e andrà in pensione anticipata dal primo maggio: una scelta formalizzata nella determina del direttore del personale della Ast di Ancona, essendo lei dirigente medico - in aspettativa - del servizio Isp screening oncologici. A

dire la verità, leggendo le carte, la Storti ha imboccato la via d'uscita già a settembre 2023, con la domanda presentata all'Inps ed acquisita dall’Azienda territoriale il 12 febbraio scorso. Quattro mesi a Pesaro le sono bastati per capire che forse non era l’incarico tagliato per lei, mentre fra i corridoi rimbalzavano voci di attriti (eufemismo) con i vertici della sanità regionale (leggi assessore Filippo Saltamartini).

I nodi dell’Azienda

Perché quella di Pesaro Urbino è una Ast che scotta. La riforma sanitaria voluta dalla giunta Acquaroli ha rimodellato l’organizzazione sanitaria, mandando in archivio l’Asur e creando le nuove Aziende territoriali: ma nella provincia più a nord delle Marche questa nuova mappatura ha anche affossato l’Azienda ospedaliera, cancellata con un colpo di spugna per riservare tale titolarità al solo nosocomio di Torrette. Uno tsunami che non poteva passare sottotraccia, anche per la mancata approvazione dell’Atto aziendale dell’Ast 1, documento fondamentale per capire quali saranno i reparti e i servizi negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie provinciali. L’atto avrebbe dovuto essere approvato in Regione a dicembre, ma è ancora nel limbo della discussione sulle linee guida.

La questione ospedale

Non solo: la sanità pesarese viaggia in acque agitate con difficoltà organizzative per l’insediamento del cantiere del nuovo ospedale a Muraglia previsto a inizio autunno. A preoccupare è è pure lo smantellamento della Cittadella della salute mentale (in grave ritardo), destinata non solo a essere smembrata (posti letto di psichiatria a Fano, ambulatori, servizi, uffici, centro salute mentale e centri diurni sparsi sul territorio) ma probabilmente privatizzata, Psichiatria a parte. Dulcis in fundo, la rogna della mobilità passiva che in dieci anni ha drenato 400 milioni alla sanità regionale. Un puzzle non facile da comporre, tanto che prima dell’arrivo della Storti anche Gilberto Gentili aveva optato per la pensione anticipata quando era commissario straordinario dell’Ast pesarese. Ora siamo ai titoli di coda della gestione Storti: l’1 maggio l’uscita - anche se c’è chi vocifera già che potrebbe lasciare l’ufficio a giugno - con le dimissioni volontarie, avendo maturato 42 anni e 3 mesi di anzianità contributiva.

Chi arriverà?

E al netto delle ipotesi, si inizia già con i toto-nomi. Chi prenderà il posto del direttore generale in quiescenza? La procedura non prevede un nuovo interpello, la scelta spetta ai vertici della Regione che dovranno scovare il nuovo direttore nell’elenco di idonei in mano alla stesso governatore Acquaroli da maggio 2023. Matteo Biraschi è il direttore amministrativo: potrebbe essere lui a prendere l’incarico ad interim, ma si parla pure di Antonio Draisci (attualmente alla guida del Dipartimento Salute), tra i vertici pesaresi ai tempi di Maria Capalbo.

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