Marche, approvata a maggioranza
la legge sulla fusione dei Comuni

Il simbolo di Trecastelli
Il simbolo di Trecastelli
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Martedì 8 Marzo 2016, 16:00
ANCONA - Approvata a maggioranza (18 favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti) dal Consiglio regionale delle Marche la pdl sul riordino territoriale dei Comuni e delle Province che - ha spiegato il relatore di maggioranza Francesco Giacinti (Pd) - "assicura la completa attuazione della legge Delrio" e detta tra l'altro norme per la fusione per incorporazione dei Comuni. Il presidente della Giunta Luca Ceriscioli ha fatto notare che "non c'è più il ruolo surrogante delle Province, che svolgevano alcune funzioni anche a vantaggio dei Comuni più piccoli, come per le strade, la cultura, lo sgombero della neve. Oggi quindi l'aggregazione dei Comuni ha un senso diverso". Ceriscioli ha rivendicato il fatto che la Regione Marche fa scelte "senza ipocrisia e senza sottrarsi al dibattito nazionale. In sanità siamo autonomi, in tutto il resto il bilancio ha risorse risicate. Quindi quale capacità ha la Regione di agire? L'istituzione - ha concluso - deve dare risposte alla comunità. Abbiamo di fronte un percorso ampio, non ancora definito dal punto di vista normativo, ma che antepone gli interessi delle nostre comunità a perimetri istituzionali che non corrispondono più alla realtà". Nell'articolato è stata inserita una disposizione transitoria che permette di far svolgere i referendum contestualmente alla consultazione referendaria per le trivelle in Adriatico.

L'articolato della legge definisce in particolare le modalità di attuazione dei referendum consultivi comunali, che dovranno avvenire prima che i Consigli comunali deliberino l'avvio della procedura di richiesta di incorporazione alla Regione. Individuati, inoltre, i soggetti che possono esercitare il diritto di voto nel referendum consultivo comunale; viene demandata ai Comuni interessati l'indizione del referendum in una medesima data e confermato che non è richiesto il quorum per la validità del referendum. I Comuni devono in ogni caso indire il referendum se ne fa richiesta, in ciascuno di essi, almeno un decimo degli aventi diritti al voto.
 
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