Massa Fermana, i Crivelli dimenticati
nella chiesa inagibile. Tarulli denuncia

Massa Fermana, i Crivelli dimenticati nella chiesa inagibile. Tarulli denuncia
2 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Gennaio 2017, 10:04
MASSA FERMANA - «I Crivelli di Massa Fermana sono stati esclusi dall’itinerario crivellesco della Regione. Perché? Il Comune lo sa?». Non si capacita Giampiero Tarulli, ex sindaco e oggi capogruppo di minoranza, di come le due opere dei fratelli veneziani siano state “dimenticate”. «Nel 1995, per i cinquecento anni dalla morte di Carlo Crivelli, sono stati spesi 700 milioni per realizzare una serie di eventi che hanno avuto come punto di riferimento Massa Fermana. E oggi? Nonostante la prima opera realizzata da Carlo nelle Marche e un centro studi dedicato al pittore, non esistiamo. Quando, invece, dovremmo essere una tappa imprescindibile dell’itinerario».
 
A ben guardare, un motivo che giustifichi l’esclusione delle due opere c’è. I quadri – un polittico di Carlo raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Lorenzo, Silvestro e Francesco e la tavola “Madonna della Cintola e devoti” di Vittore – si trovano infatti all’interno della chiesa dei Santi Lorenzo e Silvestro, inagibile dopo il terremoto del 24 agosto. «La chiesa ha alcune crepe che hanno spinto il sindaco a chiuderla i primi di settembre. Il problema è che, ad ogni scossa, le lesioni si aggravano», dice Tarulli. «Le opere, però, sono ancora lì, esposte al pericolo e ai calcinacci che vengono giù dalle pareti. Dopo ogni terremoto, le crepe si allargano e aumenta la quantità di materiale ai piedi dei quadri. Perché continuare a lasciarli lì, rischiando che vengano rovinati per sempre? E pensare che a dicembre il centro studi dedicato a Carlo Crivelli ha ospitato un incontro su come recuperare, valorizzare e proteggere le opere d’arte. Davvero tragicomico».
Una decisione, quella di non trasferire le opere d’arte presenti nella chiesa di Massa Fermana, non isolata. La preoccupazione che, una volta trasportate in un altro posto, magari in un altro comune, non facciano più ritorno nel luogo d’origine, frena molti spostamenti. Che fare allora? «Siamo fortunati a non aver avuto finora gravi conseguenze dal terremoto. Allora mi sembra giusto concentrarci su questa problematica. Fermo restando che l’ultima parola spetterà alla Diocesi, che è proprietaria delle opere, queste potrebbero essere spostate nella pinacoteca comunale, all’interno del municipio, un luogo sicuro sotto ogni punto di vista. Lì finalmente potrebbero essere valorizzate come meritano. È molto grave che l’amministrazione non abbia ancora preso posizione in merito a questa situazione. Bisognerebbe sentire il prima possibile Diocesi e Soprintendenza, per capire se e come trasferire i quadri. Ma, negli ultimi anni, la capacità di questi amministratori di fare promozione turistica è venuta sempre meno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA