Violentata dal branco, spunta l'sms
di un arrestato: «Voglio essere il primo»

Il casolare teatro della violenza
Il casolare teatro della violenza
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 22 Gennaio 2017, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 10:25
ANAGNI - «Non toccatela, devo essere io il primo». La violenza di gruppo era stata annunciata con un sms. Quello che uno degli arrestati aveva inviato agli amici pretendendo una sorta di esclusiva sul corpo della ragazza.
I MESSAGGI
Nelle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Anagni e dei colleghi di Ferentino non sono sfuggiti i contenuti degli smartphone dei sette giovani accusati di aver violentato, nella notte tra il 3 e il 4 settembre dello scorso anno, in un casolare di Ferentino (peraltro sotto confisca), una ragazza poco più che maggiorenne residente in un paese del Frusinate.
I sette si trovano in carcere e sono Angelo De Silva, Adriano Di Silvio, Ferdinando Di Silvio, Elvis Di Silvio, Antonio Di Silvio, Elvis De Silva, Alessandro Spada. Il Riesame ha respinto le richieste di scarcerazione. La decisione del Tribunale della Libertà conferma che le prove raccolte dai militari dell’Arma, alla base delle misure cautelari in carcere, sono solide. Tra queste, appunto, anche i messaggi che gli autori degli abusi si sono scambiati prima e dopo la violenza, compreso quello in cui uno chiede di volere essere il primo ad abusare della ragazza. Un particolare che confermerebbe la pianificazione di quanto poi accaduto.
LE CELLE TELEFONICHE
Ma i telefonini potrebbero essere utili alle indagini anche per un altro motivo, consentendo una più dettagliata ricostruzione dei fatti in relazione agli spostamenti dei sette giovani accusati. Mercoledì, su disposizione del sostituto procuratore Maria Pia Ticino, verrà affidato l’incarico al consulente tecnico per svolgere gli accertamenti sulle celle telefoniche, con particolare riferimento alle zone teatro dei fatti: il punto in cui la ragazza è stata prelevata dai due giovani che conosceva e il casolare dove è stata consumata la violenza. Il conferimento dell’incarico avverrà alla presenza degli avvocati difensori (Marco e Raffaele Maietta, Pasquale Cardillo Cupo, Tony Ceccarelli ed Emanuele Carbone) e del legale che assiste la ragazza, l’avvocato Mario Cellitti.
L’obiettivo delle analisi sulle celle telefoniche è quello di verificare, attraverso una prova incontrovertibile, chi fosse presente al momento degli abusi. Un dettaglio sul quale faranno luce, insieme alle dichiarazioni della vittima, anche gli esami sui Dna estratti dal liquido seminale, trovato sul corpo e sugli abiti della ragazza, e dalle altre tracce biologiche repertate nel casolare.
LE FERITE SUI POLSI
Fondamentali sono anche la perizia medica e il referto del pronto soccorso dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone dove la ragazza, grazie al passaggio di un automobilista, si è recata dopo la violenza sessuale. Nel documento si parla anche di ecchimosi alle mani, in particolare ai polsi: la giovane infatti sarebbe stata tenuta ferma mentre gli altri a turno oltraggiavano il suo corpo.
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