Gentiloni alla Camera: «Priorità
i terremotati». M5S diserta l'aula

Gentiloni alla Camera: «Priorità i terremotati». M5S diserta l'aula
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Martedì 13 Dicembre 2016, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 12:14
ROMA - Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è alla Camera, dove sta pronunciando il suo discorso per chiedere la fiducia. Poco prima di lui, alla spicciolata, sono giunti a Montecitorio i ministri del suo governo. Dai 'confermati' come Roberta Pinotti e Giuliano Poletti, agli ex sottosegretari promossi a un ministero Luca Lotti e Claudio De Vincenti, fino alle new entry come Valeria Fedeli. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio è arrivato, come suo solito, in bicicletta. 

M5S E ALA DISERTANO AULA La presidente della Camera Laura Boldrini ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio la 'nascita' del Governo Gentiloni, leggendo in apertura di seduta una lettera del presidente del Consiglio. Nessun deputato del M5S è presente nell'Aula della Camera, dove stanno per avere inizio le comunicazioni programmatiche del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. L'intero settore occupato nell'Emiciclo dai M5S è infatti vuoto.  Mentre il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni tiene nell'Aula della Camera le dichiarazioni programmatiche del nuovo governo i deputati di ALA non sono nell'Emiciclo. 
 
 

PARLA IL PREMIER «Il governo che si presenta a ricevere la fiducia è un governo di responsabilità, garante della stabilità delle nostre Istituzioni. E intende concentrare tutte le proprie energie sulle sfide dell'Italia e i problemi degli italiani». Lo afferma il premier Paolo Gentiloni nel discorso alla Camera per la fiducia al governo. Quanto è successo politicamente e che ha portato al nuovo esecutivo «sulla base della ferma guida di Mattarella, ha determinato i tempi rapidi del nuovo governo e ne ha definito il programma».

CLASSE MEDIA E SUD «All'agenda vorrei aggiungere grandi questioni su cui finora a mio avviso non abbiamo dato risposte pienamente sufficiente. Innanzitutto i problemi che riguardano la parte più disagiata della nostra classe media, partite iva e lavoro dipendente, che devono essere al centro dei nostri sforzi per far ripartire la nostra economia». Lo dice il premier Paolo Gentiloni in Aula alla Camera. «Proprio perché non vogliamo rinunciare a una società aperta e digitale vogliamo porre al centro coloro che da queste dinamiche si sentono sconfitti». «Dobbiamo fare molto di più per il Mezzogiorno. La decisione di formare un ministero esplicitamente dedicato al Sud non deve far pensare a vecchie logiche del passato, al contrario noi abbiamo fatto molte cose per il Mezzogiorno ma credo che sia insufficiente la consapevolezza che proprio dal Sud possa venire la spinta forte per la crescita economia». 

GOVERNO DURA FIN QUANDO HA FIDUCIA «Lascio alla dialettica delle forze politiche il dibattito sulla durata del nostro governo. Per quanto mi riguarda vale la Costituzione: il governo dura finché ha la fiducia del Parlamento», ha detto Gentiloni. «I compiti di un governo sono definiti dalla Costituzione e il suo profilo politico è iscritto nel quadro della maggioranza del governo precedente che non è venuta meno. Per qualcuno è un limite, io lo rivendico, rivendico il grande lavoro fatto alle spalle ed i risultati ottenuti di aver rimesso in moto il paese». 

TERREMOTO «Spetta a me indicare le priorità del governo. La prima è senz'altro l'intervento nelle zone colpite dal terremoto». Lo dice il premier Paolo Gentiloniin Aula alla Camera. «Abbiamo avuto - sottolinea - una risposta straordinaria ma siamo ancora in emergenza e dalla qualità della ricostruzione dipende la qualità del futuro di una parte rilevante del territorio dell'Italia centrale e da questi passi che faremo dipende anche la forza che avremo nel programma a lungo termine su Casa Italia, che interviene sugli elementi più profondi dei danni che vengono provocati dagli eventi sismici nel Paese».

COERENZA RENZI «Il mio governo nasce in un contesto nuovo creato dalla bocciatura del referendum e dalla scelta di dimettersi di Renzi. Questa scelta, che ha originato la crisi, non era obbligata ma ampliamente annunciata e averla compiuta è un atto di coerenza a cui non solo noi del governo e della maggioranza ma tutti gli italiani che hanno a cuore la dignità della politica dovrebbero guardare con rispetto». 
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