ANCONA «Mi ero affidata a lui per gestire l’appartamento, doveva ritirare i soldi dell’affitto e le caparre. Ma a un certo punto è sparito senza neanche registrare i contratti. E io non ho visto un centesimo». È il sunto della testimonianza resa ieri in udienza dalla proprietaria di un appartamento di via De Gasperi, beffata - stando alla procura - da un campano di 50 anni e da un pugliese di 47, entrambi a processo con l’accusa di truffa.
I fatti
La vicenda risale al gennaio del 2020, quando la donna si era decisa a dare in affitto l’appartamento.
I due si sarebbero accordati per un canone d’affitto complessivo di 1.200 euro. «Io - ancora l’intestataria dell’appartamento - avrei dovuto versarne 400 per il tempo speso nella ricerca dei ragazzi da mettere nelle stanze». La casa, via via, aveva preso vita. C’erano finiti anche degli studenti universitari.
A un certo punto era venuto fuori l’inghippo. «Iniziai a chiamarlo per sapere che intenzioni aveva con i contratti: non erano stati registrati ma dagli inquilini aveva preso caparra e i soldi dell’affitto». Tra l’altro, la donna aveva anche ricevuto le chiamate allarmanti dei ragazzi che abitavano l’appartamento, diventato un po’ troppo affollato. «Una notte mi mandò (in riferimento a uno dei due imputati) un messaggio audio dove diceva che non voleva andare in carcere e che io dovevo stare attenta». Alla fine, la proprietaria aveva sporto denuncia ai carabinieri. «Da quegli affitti - ha concluso - io non ho preso un centesimo». I due imputati sono difesi dagli avvocato Rosella Pepa e Roberta Pierantoni. Il processo è stato aggiornato.