Marchigiani nell'inferno del Nepal
"Sfiorati dai massi, vivi per miracolo"

Marchigiani nell'inferno del Nepal "Sfiorati dai massi, vivi per miracolo"
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Sabato 25 Aprile 2015, 23:03 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 11:34

ANCONA - Un avvocato di Ancona e due turiste di Senigallia sono scampati per miracolo all'inferno del Nepal.

“Sono vivo e già è tanto”. La voce dall’inferno del Nepal è dell’avvocato anconetano Francesco Tardella. La sua vacanza, e quella delle senigalliesi Claudia Greganti e Tiziana Cimarelli, è stata spinta nella centrifuga del terrore dal terremoto di magnitudo 7.9, che ha colpito 80 chilometri a Est di Pokhara, a metà strada tra la cittadina e la capitale Kathmandu, e ha fatto - fino a ieri sera - oltre mille morti. Il sisma ha fatto crollare diversi edifici, messo città in ginocchio, e fermato il cuore dei tre turisti marchigiani.

E’ ancora sotto choc al telefono l’avvocato Francesco Tardella, 53 anni, stimata toga anconetana, esperto di diritto fallimentare, già presidente del Rotary club Ancona Conero. “Erano le 11,30 qua in Nepal”.

L’ora del finimondo.

“Abbiamo pensato a una frana, solo dopo abbiamo saputo che c’era stato un terremoto”. Il sisma ha fatto sobbalzare la collina. “La frana ha preso in pieno la macchina. Un botto mai visto”. Pioggia di pietre, diluvio di paura. “I massi hanno sfondato il parabrezza e il lunotto, la macchina era distrutta. Siamo riusciti a fuggire schivando le pietre che rotolavano, un colpo di fortuna incredibile. Miracolosamente non abbiamo avuto danni fisici. Solo qualche piccola escoriazione e un paio di lividi”.

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